Avete mai osservato la gente che frequenta i palazzi del potere? A Roma, a Tokyo, a Londra o a New York hanno una cosa in comune: il modo in cui si vestono. Quei palazzi sono l’Eldorado dei completi eleganti e delle camicie costose e delle cravatte di seta, per le donne i tacchi sono comuni come gli interminabili discorsi. La concentrazione di scarpe con la suola rossa, in quei luoghi, raggiunge i massimi livelli, i tacchi alti sono uno dei simboli del potere, come un tempo lo furono le armature e le decorazioni per i militari.
Anche negli uffici si verifica qualcosa di simile, soprattutto nelle grandi ditte: i dirigenti ai vertici sono quelli con i vestiti più costosi e le donne usano i tacchi alti, almeno per tutte le occasioni formali.
Il lato positivo è che non esiste niente di altrettanto unicamente e inequivocabilmente femminile come un paio di scarpe col tacco alto, neanche le femministe sono riuscite ad intaccare questo concetto e non è un caso che i tacchi siano anche un evidente simbolo sessuale, un feticcio e un feticismo.
Ci sono dei meccanismi sociologi che fanno scattare, in entrambi i sessi, la preferenza per le scarpe con il tacco alto, noi non siamo all’altezza di intervenire costruttivamente nel dotto dibattito, ci limitiamo ad osservare che l’argomento ci piace, parecchio.