Ah, la prima volta che ho indossato un paio di collant neri per uscire di sera… è stato un evento tanto atteso quanto traumatico. Io ero una ragazzina all’epoca, con le ginocchia sbucciate dai voli in bicicletta e un guardaroba color pastello che avrebbe fatto impallidire un unicorno. Ma, in un angolo del mio cuore, sognavo di esplorare il mondo oltre i confini dell’innocenza, di sperimentare l’età adulta, il brivido del divieto, di assaporare la dolce ebbrezza della ribellione.
E così, un venerdì sera, ho deciso di farlo. Ho preso un paio di collant neri, lisci e lucidi come la notte, e li ho indossati sotto la mia minigonna a pieghe. Mi sono guardata allo specchio e ho sorriso: mi piacevo. Mi sentivo audace, matura, pronta per l’avventura.
Ma prima, dovevo affrontare l’ostacolo più grande: mia madre. Con il cuore in gola, sono scesa le scale e mi sono presentata nel soggiorno, dove mia madre stava leggendo un libro. Alzando gli occhi, mi ha guardata da capo a piedi, senza dire una parola. Poi ha sospirato e mi ha detto: “Signorina, dove credi di andare vestita così? Ssei troppo giovane per vestirti in questo modo?” (manco dovessi andare chissà dove e chissà con chi…).
Ho replicato, con tutta la sicurezza che potevo radunare, “Mamma, sono abbastanza grande. E poi, non è niente di male. Sono solo dei collant.” Dopo un momento di silenzio, mia madre ha annuito e ha detto, “Va bene, ma fai attenzione.” E così, con il permesso di mia madre, ho potuto indossare i miei amati collant neri.
La reazione della mia nonna, però, è stata un’altra storia. Quando mi ha vista, ha esclamato: “Madonna mia, e dove stai andando vestita così? Sei in lutto o cosa?” E io, con un sorriso, le ho risposto: “No, nonna. Sono solo alla moda”. Ma la mia povera nonna non sembrava affatto convinta. Mi ha guardata con occhi allargati e ha mormorato qualcosa che suonava come “I giovani di oggi…”, prima di fare il segno della croce insieme a qualche altro gesto scaramantico e tornare al suo amato libro.
Quella sera, uscendo di casa con i miei collant neri, mi sentivo come se avessi conquistato il mondo. Ero una ragazzina con un paio di collant neri e un cuore pieno di sogni. E, nonostante gli sguardi preoccupati di mia madre e le preghiere sussurrate della mia nonna, ero pronta a esplorare il mondo.
E alla fine, quella sera, ho capito una cosa: i collant neri non sono solo un indumento. Sono un simbolo di ribellione, di maturità, di libertà. Sono il passaggio da ragazzina a donna, la scoperta di nuove emozioni, il gusto dell’avventura. E, nonostante i timori di mia madre e la perplessità della mia nonna, sono grata di aver avuto il coraggio di indossarli. Perché, in fondo, è solo grazie a loro se sono diventata la donna che sono oggi.
Oggi ricordo con piacere quel giorno: riuscire a indossare quello che è il capo di abbigliamento che uso di più in assoluto è stata una conquista!