E’ quindi dal 1904 che Gerbe produce calze da donna, in Francia. Nella patria della moda ostentare con orgoglio la propria nazionalità significa anche prendersi un certo impegno con in propri clienti, in termini di qualità, di raffinatezza e di ricercatezza dei prodotti sia come design che come tecnica costruttiva.
Come in tutte le storie di famiglia (e Gerbe è stata per lungo tempo un’azienda a conduzione familiare) ci sono stati alti e bassi e periodi bui si sono succeduti a glorie e splendori. Due momenti in particolare sono stati decisamente da dimenticare nella storia di questo grandissimo marchio: alla fine degli anni ’90, con la crescita, il successo e un aumento di diffusione e fatturato notevolissimi l’azienda viene risucchiata in un vortice disastroso di cattiva gestione finanziaria e manageriale. Le banche intervengono nella gestione dei prodotti ma i banchieri non sanno fare le calze, la qualità del prodotto scende e Gerbe, per la prima volta nella sua storia, perde terreno rispetto ai concorrenti. La cattiva gestione crea altri debiti e quindi accresce l’esposizione finanziaria e la dipendenza dalle banche in un tremendo circolo vizioso. Tutto questo fino alla fine degli anni ’90, nel 2003 l’azienda è tornata sotto il controllo di esseri umani e la gestione è tornata a chi è capace di produrre calze e i risultati si vedono.
Il secondo momento buio è stato quando Gerbe ha tentato di lanciare un collant da uomo, senza nemmeno preoccuparsi di usare un marchio differente. Secondo la mia personalissima opinione una caduta di stile non indifferente.
Fortunatamente i due momenti bui sono acqua passata, Gerbe è tornata a splendere, anche grazie alla collaborazione con lo stilista parigino Gaspard Yurkievich è tornata a sfornare calze, collant e autoreggenti di altissima qualità e di rara bellezza. Basta fare un giro veloce sul loro sito per notare che si tratta di prodotti di altissimo livello; il prezzo non è alla portata di tutte le tasche ma bisogna anche tenere conto del fatto che la maggior parte di quelle mostrate non sono certo calze da tutti i giorni.
Da segnalare le calze da reggicalze, almeno un paio di gradini sopra quelle di molti concorrenti.