Trattasi di un post assolutamente off-topic: mi rivolgo alle signore cassiere, ai cassieri uomini no perchè la cosa non li riguarda.
Cosa vi spinge a far passare con rapidità sempre crescente gli articoli sullo scanner e farli accumulare in una catasta nella zona insacchettamento?
Sadismo? Una gara con voi stesse? Una gara con il cliente? Il superamento di una prova di abilità? Il direttore promette un premio produzione? Allenamento per una nuova disciplina olimpica di cui ignoro l’esistenza? Io non lo so, vi prego, qualcuno me lo dica!
Mi rivolgo alle signore cassiere, ai cassieri uomini no perchè la cosa non li riguarda.
Cosa vi spinge a far passare con rapidità sempre crescente gli articoli sullo scanner e farli accumulare in una catasta nella zona insacchettamento?
Sadismo? Una gara con voi stesse? Una gara con il cliente? Il superamento di una prova di abilità? Il direttore promette un premio produzione? Allenamento per una nuova disciplina olimpica di cui ignoro l’esistenza? Io non lo so, vi prego, qualcuno me lo dica!
Non credo di essere l’unica ad averlo notato; di norma le cose si svolgono così: lunga fila in attesa che arrivi il tuo turno, passi il tempo guardando il contenuto del carrello di quello davanti cercando di capire qualcosa della sua vita (numero di componenti del nucleo famigliare e loro età, problemi di colesterolo o diabete degli stessi, programma della serata, numero di evacuazioni giornaliere, numero di donne in età fertile in famiglia, vegetariani sì o no, golosi e con un po’ di allenamento anche zona d’origine); fino a qui tutto tranquillo: le borse le hai portate da casa perchè sei organizzata, la tessera punti l’hai già messa a portata di mano in tasca; tocca a te: metti la spesa sul nastro trasportatore cercando di dividerla con un ragionevole criterio (i freschi, i detersivi, gli ortaggi, i secchi, le uova per ultime) il tutto con calma fino a quando quello davanti a te finisce di pagare, qui inizia l’incubo e nessuno che mostri pietà o un briciolo di comprensione.
Se la spesa è medio/piccola ci sta tutta in una volta ed è un gioco da ragazzi ma, se il volume supera il metro lineare sei fregata: mentre tu carichi il nastro lei, la cassiera, inizia a far passare la spesa sul malefico lettore, con velocità crescente e sei sicura che se avessi il tempo ed il coraggio di guardarla riusciresti a scorgere un espressione di sfida nei suoi occhi e qui il dilemma: inizio ad insacchettare o finisco di mettere sul nastro?
Non c’è una risposta giusta, entrambe le soluzioni hanno pro e contro: la prima ad esempio ti permette di evacuare la zona insacchettamento prima che tutta la tua metodica ed utile divisione a monte venga totalmente resa vana, ma poi arriva il momento in cui il nastro è vuoto ma c’è ancora spesa nel carrello e sia la cassiera che quello in fila dopo di te ti guardano con insofferenza … stai facendo perdere tempo, dare una mano no???? Ti ributti a testa bassa nel carrello raccogliendo a due mani le ultime cose rimaste che in un battibaleno finiscono ad aumentare la collinetta al di là dello scanner, porti fuori il carrello, ci carichi i sacchetti già pieni, apri l’ultima borsa e …. TAC “sono 74 euro e 50” … sì, ok, portafoglio, carta di credito, riprendi la tessera punti (che lanci in borsa e sai che non ritroverai per i successivi tre mesi), “ha un documento?”, giusto, portafoglio, taschina, carta di identità, la mia, non quella della figlia, sì, eccola, ora la speranza è che il POS sia leeeeeento, molto lento, invece no, sette/otto secondi, il tempo di mettere due (2) cose nella borsa e quello sputa la ricevuta “Signora una firma”, mavà? Pensavo di farci un acquerello bucolico … la penna non scrive, cavoli tuoi, firmi, restituisci, recuperi scontrino, ricevuta della carta, buono sconto del 5% per l’acquisto di 18 confezioni di pannolini per incontinenti (e ti fai anche qualche domanda o meglio te la faresti se ne avessi il tempo), carta di credito, eh no questa non la posso lanciare nella borsa, metto in tasca e nel frattempo la cassiera con il divisorio spiaccica la tua spesa, appena pagata con il sudore della fronte, per far posto a quella del cliente dopo di te; la speranza di una divisione razionale è persa da tempo, cerchi di evitare che l’anguria rotoli sulle uova, che il flacone dell’ammorbidente (anche qui qualcuno mi deve spiegare perchè li vendono col tappo “lasco”) “ammorbi” il pane fresco e cacci il tutto nella borsa, metti nel carrello e cerchi di levarti in fretta dalle palle.
“Partorirai con dolore”, e va bene ci siamo rassegnate, ma perchè soffrire anche per fare la spesa?
9 commenti
Esperimento: non cagate solo i miei post o neppure quelli di amemi?
Concordo che sia uno stress pazzesco!! E’ vero anch’io cerco di mettere la spesa nelle buste secondo un criterio ma quando mi “accartoccia” tutto azionando la sbarra per far posto al successivo “carico”, spesso “sbrocco”! In questo la “fata” Amemi sbaglia…..non sono solo le donne a far la spesa “con dolore”!!
No, se scrivi cose interessanti, rispondiamo anche a te……
Arriva il freddo.
Si, lo so che non ha nulla a che vedere con l’articolo ma era semplicemente per scrivere qualcosa e commentare.
…………….AAAAAAHAHAHAHAHAHAH………
Colpito e affondato 🙁
Scusate…di che si parla?
Di Admin che è geloso di Amemi perchè lei ha quella cosa che tutti la seguono nei suoi articoli. Lui vorrebbero che seguissero allo stesso modo i suoi inteventi ma non si rende conto che c’è una forte differenza tra lui e lei. Insomma, lei ha una cosa che lui non ha. O meglio anche lui ce l’ha ma in modo non così completo.
Si, ma lei è meglio……
io sono un uomo e spesso capita anche a me quello che e’ successo alla persona in questione le cassiere passano i prodotti con velocita sullo scanner e te li lanciano rischiando che si rompano gli stessi e poi terminata la spesa te li snagnaccano con il divisorio da un lato per far posto al cliente che viene dopo il quale a sua volta ti mette pressing con il carrello dalle gambe. In queste situazioni spesso mi trattengo perche’ vorrei prendere a schiaffi cassiera e cliente !!!