Circa tre mesi fa Edwige Fenech ha compiuto 65 anni, la maggior parte dei film della cosiddetta commedia sexy anni ’70 di conseguenza ha abbondantemente passato i 40. Siamo in qualche modo debitori verso un certo tipo di cinema oppure si prova a rivalutarlo solo per una sorta di snobismo alla rovescia?
A nobilitare definitivamente tante chiacchiere ci ha pensato Quentin Tarantino che ha dichiarato più di una volta che i film italiani del genere sexy degli anni ’70 gli piacciono molto. Si proprio loro, Giovannona coscialunga e compagnia bella, tutti quei film che all’epoca venivano classificati come “robaccia” senza possibilità di appello e che adesso da anni si cerca di nobilitare, come se il trash fosse cool e schiere di cinefili provano, come novelli alchimisti, non tanto a trasformare il piombo in oro quanto piuttosto a tirar fuori perle dalla spazzatura.
Mia personale opinione è che le generalizzazioni sono sempre sbagliate. I film di quel genere si basavano su un umorismo piuttosto scontato e dozzinale e una certa dose di erotismo che, secondo me, in un certo modo ha dato un contributo positivo all’evoluzione dei costumi. Se questo sia positivo o negativo non so giudicarlo.
Ricordo che all’epoca molti di quei film erano semplicemente definiti “zozzi”. Forse, con gli dell’epoca. Occhi molto bacchettoni direi anche considerando il fatto che il nudo integrale era veramente raro, nella maggior parte dei casi erano mostrati culi, tette e spesso delle bellissime gambe.
Proprio questo è il punto per cui rivendico il contributo della commedia sexy: già dalle locandine le gambe delle donne erano giustamente usate come armi di seduzione, calze nere ed autoreggenti erano usate più per eccitare che per vestire. Sbaglio?