Nessuna strana perversione e neppure una rapina in banca, solo la possibilità di vedere e toccare con mano tutto il processo di produzione di un paio di collant: l’opportunità ci è stata regalata dagli amici della CSP International, l’industria manifatturiera che produce collant di grandi marchi come Oroblu, San Pellegrino, Well e Le Bourget
Una calda giornata di luglio è stata l’occasione ideale per evadere dalla routine lavorativa e fare un gita didattica immergendoci in una puntata di How it’s Made, serie meglio conosciuta in Italia con i nome di Com’è fatto.
Visitare la fabbrica dei collant è stato estremamente istruttivo ed interessante, ammirare come da un insignificante filo di nylon si arrivi al prodotto finito ha un che di magico!
Come dicevo si parte, ovviamente, da bobine di filo di nylon bianco dalle quali macchinari ricavano i tubolari dalla cui unione nasceranno i collant delle diverse misure (mi era capitato di chiedermi l’utilità di quel sottile filo colorato che spesso si intravede nella “cintura” del collant: ogni colore corrisponde ad una taglia così da rendere facilmente riconoscibili larghezza e lunghezza e quindi la taglia del futuro collant in tutte le fasi della lavorazione).
Controlli a campione, manuali ed effettuati da operai esperti assicurano la qualità della tessitura, la resistenza e l’elasticità del prodotto.
I tubolari passano poi ad una macchina “Taglia e cuci” che unisce le due parti, inserisce l’eventuale tassello per i modelli che lo prevedono e cuce le punte; è il momento di dare al collant il colore: la colorazione avviene immergendo il prodotto in un bagno in cui sono disciolti i pigmenti di colore ed in seguito lavati ed asciugati, controllati uno ad uno dall’occhio umano (l’esperienza ha suggerito che nessuna strumentazione, per quanto sofisticata, è in grado di rilevare i piccoli difetti che invece l’occhio vede, piccola soddisfazione per l’intero genere umano…).
Si passa infine all’imbustamento che avviene inserendo il noto cartoncino su cui si avvolgono i collant, la “copertina” con immagine, taglia, colore, numero di denari e modello e la busta trasparente esterna.
Interessante sapere che per i modelli che prevedono un disegno, questo è realizzato utilizzando filati diversi e particolari sui quali “aderisce” un colore piuttosto che un altro, grazie a differenti processi chimici (prima della colorazione il disegno non è visibile, o quasi, poi il colore rivela la lavorazione interna al filato … MAGIA!).
6 commenti
Accidenti che bella storia! Ma qui era da organizzare la gita anche per i moderatori!! eheheh
Io credo che non riuscirei a lavorare in un posto simile. Mettermi a controllare le calze ci metterei troppo tempo… Azionare qualche macchinario correrei il rischio di farmi trascinare dentro!!!! 😀
In effetti è stato molto interessante! Ci hanno dedicato parecchio tempo facendoci curiosare in giro. Non so se ci sarà un bis ma nel caso chiederemo di poter poter estendere l’invito!!
Davvero bello, sì! Poi mi hanno regalato un tot di collant da VIP! Z, se ci sarà un prossimo giro ti portiamo (con guinzaglio ;-))))!!
Ahahaha s si meglio.. o rischio di essere cacciato per intralcio al lavoro!!!
Maaaa.. chissà se mai potremo vedere almeno di un paio di questi collant da VIP. Indossati da te, non mi interessa la confezione… ghghghg 😉
Davvero mi piacerebbe fare una gita lì soprattutto con VOI 2 e…..zolfo!!
Grazie saro. Io la scusa: “vado a trovare un cliente” ce l’ho già pronta!!! ahahahh